La lingua del tango è il lunfardo. Le sue origini furono quelle di un argot o slang di prigionieri usato nelle carceri per non farsi comprendere dalle guardie, gergo di Buenos Aires, con termini di origini diverse tra cui varie parlate d’Italia quali il genovese e il napoletano, portate in Argentina dagli immigrati. In questo contesto si inserisce anche la creazione di una particolare forma di parlare invertendo l’ordine delle sillabe di una singola parola, chiamata vesre, ossia l’inverso di revés, che significa ‘rovescio’. Ecco che quindi, al vesre, tango risulta essere gotán, amigo dà gomía, cabeza è zabeca, ecc. Le regole per invertire le sillabe, comunque, possono variare a seconda delle parole, infatti, per esempio, il vesre di pantalón è lompa, ossia la forma abbreviata. In francese esiste un argot simile, il verlan, che è il vesre fonetico di l’envers.