Musica: Jesùs Ventura

Letra : Miguel Osés

Yo te he visto pasar por la acera con un gesto de desolación
y al cruzar no miraste siquiera, que entendía tu desilusión.

Te ha dejado, lo sé, la malvada
y al calor de otros ojos se va;
ya lo ves cómo no queda nada
de ese amor que matándote está. Volvé, jamás otras manos

cual las de tu mujercita
harán por la tardecita
los mates que cebo yo.
Que en su espuma te contaba que además de su dulzura

allí estaba la ternura
de aquella que lo cebó.
Y por mucho que te quieran siempre serán artificios,
nadie hará los sacrificios
que hizo por vos tu mujer.
En mis noches de vigilia acongojada no duermo sabiendo que estás enfermo sin poderte socorrer.
Allá en la noche callada
te veo triste y burlado
por aquella que ha llevado
mi vida y mi corazón.
Volvé que aquí has de olvidarla, mi pecho siempre te espera,
ya sabrá tu compañera cicatrizar tu pasión.

Ti ho visto passare sul marciapiede
con un gesto di desolazione
ed all’incrociarmi nemmeno mi guardasti, che comprendevo la tua disillusione.
Ti ha lasciato, lo so, la maligna
e al calore di altri occhi se ne và.
ora lo vedi come non resta niente
di questo amore che ti sta ammazzando. Girati, mai altre mani
come quelle della tua mogliettina faranno per il pomeriggio
gli infusi di mate che preparo io.
Che sulla spuma ti raccontava in
oltre della sua delicatezza
lì stava la dolcezza
di quella che lo preparò.
E per il molto che ti ameranno
sempre saranno espedienti,
nessuno farà i sacrifici
che fa per te la tua donna.
Nella mia notte di veglia
agitata non dormo
sapendo che sei ammalato
senza poterti soccorrere.
Là nella notte silenziosa
ti vedo triste ed ingannato
per quella che ha preso
la mia vita ed il mio cuore.
Girati che adesso hai da dimenticarla,
il mio petto sempre ti attende,
adesso saprà la tua compagna
ad alleviare il tuo tormento.

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